E Jovanotti portò l’Italia sul palco principale dello Sziget
Era il 2006. I social non esistevano ancora. C’era YouTube, che però era stato lanciato appena un anno prima. L’estate era quella dei Mondiali in Germania: dalla magica notte di Berlino in cui Fabio Grosso aveva scritto il finale più commovente dell’avventura degli azzurri di Marcello Lippi, al termine della soffertissima finale contro la Francia, era passato un mese esatto. Gli italiani in quel momento erano il popolo più odiato dalla comunità calcistica europea: calciopoli, lo scandalo che in quei mesi investì il calcio italiano, portando alla condanna di Fiorentina, Lazio, Milan e Juventus, quest’ultima addirittura retrocessa in Serie B (dei bianconeri avevano partecipato alla spedizione in Germania 5 calciatori, Gigi Buffon, Fabio Cannavaro, Gianluca Zambrotta, Mauro German Camoranesi, Alex Del Piero, tra le colonne portanti dell’Italia di Lippi), aveva gettato ombre sul movimento calcistico tricolore. E sull’Italia più in generale, la cui credibilità internazionale era stata già ampiamente minata dalle vicende politiche che sin da Tangentopoli avevano visto il nostro Paese finire sulle prime pagine dei giornali internazionali. E così mentre in Italia “Seven nation army” dei White Stripes diventava un improbabile tormentone al suon di “poo po po po po poooo poo”, all’estero prendersi gioco dello Stivale, tra luoghi comuni e falsi miti, era diventato uno sport internazionale. “Gli italiani fanno casino”, scriveva già a ridosso dell’inizio del Mondiale il Guardian, tra i principali quotidiani britannici.
Fu in questo clima che il 10 agosto del 2006 Jovanotti salì sul palco dello Sziget Festival di Budapest sfoggiando con orgoglio una felpa azzurra con al centro, in bianco, la scritta: “Italia”. Lorenzo Cherubini si era esibito al festival ospitato dall’isola danubiana Hajógyári già due volte, la prima nel 1999 e la seconda nel 2002. Ma quella dell’estate 2006 fu un’esibizione epocale per l’Italia. Fu la prima volta in assoluto che un artista italiano si esibì sul main stage dello Sziget Festival, il palco principale della kermesse. Per la cronaca: quell’anno del cartellone dello Sziget facevano parte nomi come quelli dei Radiohead, di Robert Plant, dei Placebo, di Iggy Pop, dei Prodigy, dei Franz Ferdinand. Reduce dal successo straordinario dell’album “Buon sangue” (quello di “Tanto³”, “Falla girare” e “Mi fido di te”, con un video girato proprio nella capitale ungheres), Jova riuscì a radunare sotto il palco 25 mila spettatori, che fece scatenare sulle note delle sue hit. Dello show ci sono pochissime testimonianze video. Eccone una:
Dopo l’esibizione di Jovanotti del 2006 solo in altre due occasioni un artista italiano ha avuto il privilegio di esibirsi sul palco principale dello Sziget: nel 2010 toccò ai Subsonica, l’anno scorso a Lazza. Ma sono tanti gli artisti italiani che nel corso degli anni sono passati allo Sziget, che da sempre dà grande spazio alle migliori realtà musicali di tutta Europa. Anche se non dal palco principale: da Salmo a The Bloody Beetroots, da Diodato a Caparezza, passando per i Coma Cose, Vinicio Capossela, Motta, i Modena City Ramblers, Psicologi, Mezzosangue, Pop X. Anche quest’anno nel cartellone del festival, in programma dal 7 al 12 agosto a Budapest, c’è una vasta delegazione tricolore. A capitanarla - idealmente - ci sarà Victoria De Angelis, la bassista dei Maneskin, attesa allo Sziget con una performance che il 12 agosto rappresenterà la sua consacrazione come dj dopo gli show a Ibiza, Riccione, Manchester, Dublino, Barcellona, Berlino. Victoria salirà dietro la consolle dello Yettel Colosseum, una delle arene allestite sull’isola che dal 1993 ospita la kermesse, per far scatenare i migiaia di spettatori attesi allo Sziget con il suo set tra techno e baile funk: l’esibizione al festival sarà l’ultima occasione per sentirla in Europa prima che voli in Giappone, dove il 16 agosto chiuderà il tour suonando al Sonicmania Festival di Tokyo.
Oltre a quello di Victoria De Angelis spicca il nome di Liberato. Il misterioso artista napoletano da tempo gode di un notevole successo anche fuori dall’Italia: con quel sound molto poco italiano conquistò già nel 2018 il Primavera Sound e il Sónar di Barcellona, collezionando poi esibizioni su palchi di prestigiosi club europei come il Kesselhaus di Berlino e l’Electric Brixton di Londra. Allo Sziget suonerà il 9 agosto, facendo ballare la folla sulle note di hit come “Me staje appennenn’ amò”, “Nove maggio”, “Tu t’e scurdat’ ‘e me”, “Gaiola portafortuna” e “Je te voglio bene assaje”. Per Venerus lo Sziget rappresenterà un modo per cominciare a mettere la testa fuori dall’Italia. Il musicista milanese, classe 1992, si esibirà a Budapest nella stessa giornata di Liberato, il 9 agosto. “Non ho mai fatto ragionamenti legati al marketing, sulla mia musica. Ho lavorato alla mia musica seguendo i miei valori, la mia filosofia. So che funziona, perché sono il primo fruitore di quella roba lì. Mi ricordo che nel 2018, quando cominciai a far girare i miei primi pezzi, la gente mi rispondeva: ‘Figo, originale. Ma in Italia è difficile funzioni’”, dice lui della sua proposta artistica, allergica a ogni tipo di etichetta e di definizione, tra cantautorato, r&b, elettronica, jazz, soul (un po’ come quella di Ele A, vero nome Eleonora Antognini, classe 2002, tra sfumature dell’hip hop anni ‘90, la ritmica del boom bap, una spolverata di jazz, funk e elettronica: è attesa sul palco l’8 agosto). Tanto da sorprendersi quando nel 2022 l’album d’esordio “Magica musica” vinse il Disco d’oro: “Non è un traguardo, ma un simbolo. Con Mace abbiamo fatto non so più quante produzioni che sono diventate Dischi d’oro e di platino. Però vincerne uno con la tua musica è diversa. Soprattutto se la fai con questo tipo di approccio”. Sul palco dello Sziget, accompagnato dalla sua band, tra assoli, interludi, virtuosismi e una sensibilità musicale notevole Venerus presenterà i brani dell’album “Il segreto”, uscito la scorsa estate.
A rappresentare il rap made in Italy, dopo l’esibizione di Lazza dello scorso anno, stavolta ci penserà Rhove, che arriva allo Sziget dopo l’uscita dell’album “Popolari”. La rinata scena pop-punk tricolore sarà rappresentata da Naska. A completare la delegazione italiana in terra ungherese ci saranno anche Laila Al Habash, Giuse The Lizia, One Eat One, Folkatomik, Enrico Sangiuliano, Sam Paganini, Fideles, Anfisa Letyago, Elasi, Popa, WISM, 43.Nove, Guatemala, Leland Did It, Alex the Judge and the Forbidden Fruits, tutti pronti a giocarsi al meglio la grande opportunità che il festival gli offre.